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ALBANA DI ROMAGNA PASSITO
L’Albana non è soltanto uno dei grandi vitigni autoctoni di Romagna, è anche una fonte di grande gioia per chi ha la passione per i vini passiti. E noi da bravi romagnoli ne siamo innamorati. La nostra Albana passito nasce solo nelle annate dalle condizioni perfette, con i grappoli migliori lasciati ad appassire sulla pianta e poi raccolti quando sono stati attaccati dalla botrytis.
Degustazione
Il colore è quello dell’oro zecchino. Al naso si distingue per le tonalità balsamiche di eucalipto intrecciate a sentori di frutta secca e agrumi. Eccellente la complessità dei profumi: frutta gialla matura, albicocche essiccate e datteri. Ottimo anche l’equilibrio che annuncia una splendida armonia di profumi, appena accarezzata da una leggera sensazione piccante, che va ad arricchire il bouquet.
Al palato è morbido, elegante, seducente. L’eccellente equilibrio è sostenuto da una freschezza dall’accento sapido, con sentori di spezie e scorza di mandarino in sottofondo. Finale di agrumi con una sottilissima carezza tannica che completa la malinconica seduzione.
Riconoscimenti
Rose gialle, glicine, fiori di acacia, tiglio, miele, scorza di mandarino, arancia e cedro, noce moscata, vaniglia, albicocca in confettura, cannella, fichi secchi, pesca gialla, ananas matura e nocciole.
Abbinamenti
Pasticceria secca, torte di ricotta, cannoli siciliani, crostata di albicocche, cheesecake, formaggi erborinati come Stilton e Gorgonzola.
Consigli per il servizio
Temperatura di degustazione: 10 –12°C in piccoli calici da vino dolce.
Le origini dell’Albana sono così remote da confondersi con la leggenda. Il primo cronista a parlarne è Plinio il Vecchio, ma anche Plinio il Giovane e Catone ne fanno menzione, lodandolo come grande vino. La leggenda vuole che alla figlia dell’imperatore Teodosio, Galla Placidia, di passaggio in un paesino della Romagna, venne offerto un boccale di Albana. La principessa, estasiata esclamò: “Non cosi’ umilmente ti si dovrebbe bere, bensì ‘berti in oro’, per rendere omaggio alla tua soavità”. Così, da allora in poi, il paesino venne chiamato Bertinoro e l’Albana bevuto solo in preziose coppe. Anche un altro grande della Storia, l’imperatore Federico Barbarossa, era un grande estimatore dell’Albana.
Al di la’ della leggenda, le prime notizie storiche relative all’Albana di Romagna, ci provengono dal celebre Trattato d’Agricoltura scritto dal bolognese Pier de’ Crescenzi nel 1200. Qui si trova, infatti, la prima descrizione dell’Albana di Romagna e della sua zona di produzione: “vino potente e di nobile sapore, benserbevole e mezzanamente sottile…e questa maniera (tipo) d’uva e’ avuta migliore in tutta la Romagna”.
Nel 1987, l’Albana di Romagna si guadagnò la prerogativa di essere il primo vino bianco italiano a ricevere la
Docg, la certificazione più prestigiosa a cui i vini di alta qualità possano ambire. L’Albana di Romagna è il portabandiera del territorio romagnolo, il vitigno a bacca bianca autoctono più rappresentativo e grazie allo speciale legame che ha sviluppato con il territorio viene coltivato esclusivamente in Romagna.
I grappoli appena vendemmiati vengono portati subito in cantina, nella zona adibita alla ricezione delle uve, dove tramite una spremitura soffice, con l’aiuto di una moderna pressa sottovuoto che lavora in assenza di ossigeno, si ottiene il mosto fiore.
È stata scelta questa singolare tecnica di separazione del mosto fiore dalle bucce con l’aiuto del sottovuoto, per ridurre al minimo lo stress meccanico causato al chicco durante la spremitura. Normalmente il mosto viene separato dall’acino con un’azione meccanica attraverso lo schiacciamento dell’uva. Con l’ausilio di questa moderna macchina invece, il mosto fiore viene separato dal chicco, lasciando integra la buccia dell’acino, per effetto del sottovuoto.
Un altro aspetto fondamentale è che tutto questo processo di estrazione lo facciamo in assenza di ossigeno. Questa situazione è importantissima, perché con un sistema totalmente naturale impediamo ogni inizio di ossidazione del nostro mosto fiore.
Finito questo cruciale ciclo di lavorazione, detto pressatura soffice, portiamo il mosto fiore ad una temperatura controllata di circa 5 C°, per favorire e accelerare la separazione naturale delle parti solide pesanti presenti nel mosto: nell’arco di qualche ora il mosto diventa limpido per decantazione. Al termine della decantazione, andiamo ad effettuare il primo travaso, per poi passare alla fase di fermentazione alcolica in barrique di rovere francese, dove affina per ben due anni, a cui seguono otto mesi in bottiglia.
IMMAGINI DI ALBANA
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